mercoledì 16 maggio 2007

Verismo slavo


Ieri sera per l'ultima replica scaligera. L'opera, di cui non avevo mai ascoltato una nota, mi è persa una novella di Verga trasportata in terra morava. Con tutto il suo corollario di superstizione mistico religioso morale unito a leggi ferree dai cui non si può prescindere, di cui forse Ivo Andric nel suo Ponte sulla Drina ha dato l'espressione più chiara. Il rispetto assoluto e totale per personaggi forti, duri, a cui occorre esclusivamente sottomettersi serpeggia per tutta l'opera. Opera di donne, in cui gli uomini fanno una figura tra il meschino e il babbione. Opera sull'educazione, sulla famiglia, sui rapporti interni, intimi, dello stretto nucleo, segreto tra le mura. Il tutto sorretto dalla musica più strana che mi sia capitato di ascoltare in un'opera. Voce e orchestra si fondono con piani diversi. Orchestra coloratissima, peraltro, dove la tavolozza timbrica sprigiona un senso di arcaica natura, il ciclico ritmo della vita "contadina", l'ineluttabile fato, il color locale, stavolta non sparso per onor di folklore, bensì come necessario, indistricabile dal soggetto. Per cui anche il finale, malinconico, amaro, tristemente rappacificante, si tinge di suoni crepuscolari e popolari, quasi a sentir odor di fieno nell'aria e il ruotare della pala del mulino. Sui cantanti direttore coro e orchestra mi allineo con quanto letto finora: Silja con problemi vari sulla zona acuta e spesso non udibile nel registro grave, Magee molto brava, sforzato ma calzante Dvrosky e con ottimi risultati tutti gli altri. Bene coro e orchestra, violino solista impegnato qua e là in dolcissimi accompagnamenti al canto (bravissmo e dal suono brunito), molto impegnati gli ottoni, splendido l'uso che ne fa Janacek, e bravo il direttore pur senza forse quello scavo maggiore nella timbrica e nella tensione drammatica che ci si potrebbe aspettare. Mi pare che abbia più spinto sul tono elegiaco - malinconico - ineluttabile invece che entrare direttamente nella vicenda sforzando le dinamiche. La regia, sobria, attenta a descrivere i moti dell'animo senza inutili sprechi sia di movimenti che di scene. Buon successo di pubblico con varie chiamate e applausi festanti al termine dello spettacolo. Teatro discretamente pieno e numerosi stranieri estimatori del vino italico in galleria.

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