giovedì 15 febbraio 2007

Memorie di un cammino

E l'altra nostalgia, assoluta, che prende tutto te stesso deriva dal Cammino di Santiago. Si vorrebbe riassaporare il tempo, i gesti, i singoli istanti che, pur per breve tempo, hanno lasciato sensazioni altrove inattese. E' quel profumo della meseta, spianata e silenziosa, battuta dal vento e dal secco, riarsa e che conserva in se stessa solo sparsi cespugli e alberi forti. Il silenzio del mattino inseguendo le ultime stelle, quel colore rosastro che ricopre i monumenti, si arrampica per i muri delle chiese, si stende per l'ambiente intorno. Incontrarsi dopo una giornata, le risate e il confronto tra ansie e gioie. Infine lo splendore delle chiese, vere cattedrali nel deserto, immobili e suggestive per la caratteristiche dello sfarzo e della bellezza in un ambiente da cui non ci si aspetterebbe tanto. Testimonianza di una storia secolare. Parrebbe sempre di vedere qualche Borbone dall'alta corgiera aggirarsi per le vie e i palazzi. Ma su tutto il dedicare un'intera giornata a raggiungere la prossima meta, senza alcun altro scopo, senza nessun'altra ansia. Solo camminare, muoversi, osservare. In breve, penso, vivere.

mercoledì 7 febbraio 2007

Storia urbana


Si vorrebbe avere una città ideale, una città che si possa vivere tranquillamente. Non è vero che a Milano (o provincia) manchino le proposte. Esistono, ma ne è difficile la fruizione. Basta scorrere gli appuntamenti del giorno su un quotidiano: tra teatri, mostre e quant'altro. Il tempo per seguire ciò che avviene nella città, forse di questo si necessita.
Trovare poi anche la bellezza in Milano: Lambrate, Corvetto, Rogoredo...immaginarli com'erano, borghi alle porte della grossa città. Ora tutto è immerso tra svincoli autostradali, passanti ferroviari e nuove realtà residenziali. Fa ridere vedere vecchie immagini, ambienti scomparsi del tutto. Sopravvivono angoli, relitti di cui ci si chiede come abbiano fatto a rimanere: cascinali, chiesette, minuscoli corsi d'acqua (un tempo ben denominati e conosciuti da chi amava pescare rane), orti in posti impensati, icone votive con piccoli lumini. E in centro, quasi nascosti, del tutto impossibili da visitare si mantengono i giardini delle case patrizie, impensabili nella zona tra via della Spiga, via Solferino, sino a corso Monforte e degradanti verso Porta Romana. Relitti di selciati per carrozze e cavalli si alternano nelle vie invece attorno alla Cattolica e Sant'Ambrogio, dando l'idea, quelle viuzze, di cosa poteva essere la Milano medioevale di cui non si ha pressocchè più traccia. E il Verziere, con piazza Santo Stefano, luogo immortalato dalla acuta denuncia sociale del Porta, ora divenuto pieno centro e zona tra le più care a livello immobiliare. Si ripensa a quale era invece la fama in negativo del Verziere, come dire Baggio oggi.
E sprofondare nella nebbia giallastra dei Navigli, giù giù aperti verso la campagna, il lodigiano e pavese rigogliosi di marcite e risaie, tra il lento posarsi di aironi.

martedì 6 febbraio 2007

Eterna Salome


Ascoltata la Salome di Strauss in una lussuriosa esecuzione live da Salisburgo (Karajan, Van Dam, Behrens). Ci si potrebbe chiedere come il teatro di Strauss riesca a reggersi su alcuni fondamentali punti tematici: qualsiasi opera si tratti emergono i salti discendenti degli archi, le frasi lunghe e lucenti dei corni, i sussurrii dei fiati con salti di quarta. Affascina la tinta notturna, sensuale, il dialogare antico, da commedia plautina dei personaggi: Erode e i suoi accoliti, Erodiade, i vari militi presenti. Affascina il lento, lontano salmodiare di San Giovanni (un Van Dam in forma eccezionale).


Ma forse si potrebbero cambiare le situazioni, i personaggi, lo sfondo sociale arcaico con qualche altra vicenda, ambientarlo in un carcere ottocentesco, con personaggi tra lo scapigliato e il quarantottesco, o in una Venezia settecentesca, ancora ripensare la Salome immersa nelle lotte tra guelfi e ghibellini, o infine nella Vienna di Schiele e Kokoscka. Cosa cambierebbe nella musica? Non resterebbero sempre immutate le frasi vocali e orchestrali?

giovedì 1 febbraio 2007

Nostalgia canaglia

Si vorrebbe far credere il mondo di oggi peggiore di un antecedente. Peggiore per cultura, etica, morale, educazione. Ci si dimentica quali orrori può vantare il recente passato. L'utopia è crederli superati. Basterebbe mandare a mente la breve poesia di Montale sulla storia (percorsa da corrosiva ironia).

Sempre su Montale, mettere a fuoco caratteri propri dell'opera lirica e di singoli titoli attraverso le sue recensioni permette di uscire dagli stretti paletti della musicologia o della più pedestre critica musicale. Come basti una sua sola frase per delineare un compositore, un personaggio o un titolo.