giovedì 15 marzo 2007

Encore...


Sempre su Gide (in attesa che la mia art-designer inserisca tante belle immagini).
Il personaggio di Michel ha avuto un percorso educativo che lo distoglie da tutto quanto è il mondo. Educazione seria e rigorosa da parte materna, dedicata agli studi filologici attraverso gli interessi paterni. Pubblica in giovanissima età e vive di quel successo, successo mediato da uno stratagemma: la pubblicazione avviene a nome del padre. Poi la scomparsa di entrambi i genitori e il matrimonio. Un matrimonio con un'amica di infanzia, giovane, simpatica, dolce, riflessiva. Ma che lui probabilmente non ama, o meglio sente di non amare. E il viaggio di nozze, la prima volta in giro per il mondo (costa africana) senza necessità o motivazioni di studio, come invece prima gli era capitato. Ecco, a Michel la vita era capitata addosso. In Africa la scoperta della bellezza, della libertà e della vita. L'attrazione per la moglie emerge a momenti, in particolari casi di esaltazione, ma c'è anche forte l'attrazione per i ragazzini locali, giovani scaltri e furbi da cui lasciarsi incantare e "fregare". La bellezza antica, artistica e legata alle precedenti ricerche non lo attrae e incanta come prima. Poi la malattia polmonare, la tubercolosi e da li la voglia prepotente di vivere. Ora, combattendo con tutte le forze la malattia, si riappropria della propria vita e non se la lascia più scivolare addosso. Una volta ristabilitosi si ha il ritorno in Europa con un tour tipicamente ottocentesco: Sicilia, costiera amalfitana, città d'arte. E ritorna la voglia degli studi e della Francia. L'attrazione per i personaggi antichi che han rotto con la famiglia. La volontà di affermarsi. Da qui nasce e si sviluppa il germe di tutto: trasferimento in un luogo ameno per sfuggire la stupidità degli amici altolocati, il mettersi in combutta con bracconieri e gente della peggior specie, sfuggire sistematicamente ai propri impegni coniugali, salvo poi, per tutto lasciarsi prendere da ineluttabili rimorsi di coscienza. Sempre di fronte il volersi affermare a discapito della propria famiglia. Il voler andare contro quei fantasmi. La necessità di liberarsi da tutto ciò porta alla morte della moglie per tubercolosi. Spinto dall'ansia di ritornare in Africa, quasi ristabilitasi la moglie, il clima e i lunghi viaggi a cui non sapeva dare requie la portano ad aggravarsi e morire, quasi sola, mentre Michel si divertiva con la compagna di un ex ragazzino frequentato al tempo del suo primo viaggio 8e forse anche con lui stesso). Raccontata tutta la vicenda ad amici non sa far altro che descriverla, come narratore esterno, secondo le leggi ferree della necessità cui non si può derogare. Necessità di vivere libero da tutto, da tutti i legami e spinto solo all'affermazione di se. Rimanendo sempre lo spauracchio di doversi confrontare con altri, fantasmi.

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