venerdì 6 aprile 2007

Panorami orobici


Ci si affaccia alla primavera, dopo un inverno particolare. Per assenza di neve, per mancanza di freddo... A metà marzo, in cima al Resegone, la vista spaziava sulle cime della Valtellina, sino alla Svizzera, al Monte Rosa, Cervino e alle nebbie padane. E per i pascoli sottostanti la dolcezza tipica dell'ambiente lombardo si spandeva lieve. Silenzio della Val Imagna, dal cielo lattiginoso, ricca di boschi e prati. Si immagina dalle architetture un progresso lentissimo e impercettibile. Le insegne dei negozi rimaste a una trentina di anni fa. Viene in mente più di un passo scritto da Gavazzeni sulla sua valle originaria: la più selvaggia delle valli bergamasche. Il ricercare un Dio risiedente solo tra le gole, i prati, le cime e i ruscelli vallivi. Un Dio locale espressione della fede di cui si ha luce nelle chiese poste in posizioni rilevanti, a difesa del paese e della valle. E il Resegone, simbolo e figura amata nella Lombardia. Percorso dalle infinite creste su cui ormai più di un secolo di alpinisti e appassionati si sono arrampicati e ne hanno fatto sede stabile di escursioni. C'è chi, di Milano, conosce meglio queste creste che la propria città.

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