mercoledì 22 novembre 2006

Atmosfere


Sempre sulla nostalgia dei posti e dei nomi. Appare alla mente qualche nome spagnolo. Del Cammino…Villadangos del Paramo, Hontanas con la sua banalissima discesa in condizioni normali ma che è parsa una lunghissima e impraticabile pista per i nostri piedi martoriati. E poi Castrojeriz, Leon, Burgos, Terradillos…ad ogni nome si associano sensazioni disparate, piccoli istanti. Uno sguardo tra Chiara e me, un silenzio, una pietra, un suono…i profumi della Spagna e le luci, diverse e più intense. I tramonti come non li si è visti qui al nord Italia, tramonti di luce intensa e tersa. Il sole stesso sulle pietre chiare delle case e delle chiese. Una luce e un taglio più vivido, anche per la mancanza di umidità tipica alle nostre latitudini.
Differenti al silenzio e alla quiete che avvolgono i colli di Bergamo nell’autunno. La Città Alta, forse unica nel conservare così riuniti i caratteri contadini a quelli propri di un importante capoluogo. Solo arrivare a Porta Sant’Agostino: la vista si apre sulla pianura cinta dai colli. E, sopra, verso la città ecco gli orti, le vigne miste alle pietre secolari di antichi palazzi. Poi si risale. Piccoli vicoli e dalle finestre, alla sera, illuminate le stanze dai soffitti affrescati. Non c’è ostentazione, ma un pratico pudore avvolge tutta la bellezza della città. Come dire che da sempre è così, per buon gusto, quasi schermendosi.

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